Plusvalenza nel trading: cos’è?

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Quando si parla di plusvalenza del trading ci si riferisce a tutte le operazioni che un investitore ha chiuso in positivo. In questo caso si parla infatti di tutte quelle operazioni che sono andate bene a livello economico e che hanno portato dei profitti. Purtroppo però, proprio come nel caso delle minusvalenze, in questo caso ci si riferisce soltanto alle operazioni chiuse e non a quelle in corso.

Se in questo momento stai puntando su determinati asset e le cose stanno andando bene, queste non sono operazioni da prendere in considerazione come plusvalenza. L’obiettivo di ogni investitore è quello naturalmente di registrare più plusvalenze possibili durante il corso dei propri investimenti. Purtroppo non sempre così facile, poiché i mercati finanziari sono soggetti a tantissime fluttuazioni di mercato.

Ci sono dei casi in cui un asset perde il suo valore in modo repentino, a causa di dichiarazioni o azioni finanziarie dell’azienda. Può infatti capitare che l’azienda per un momento di crisi, vede le sue quotazioni in borsa calare drasticamente. Per un investitore è difficilissimo controllare tutto questo, ma la cosa che si può fare per prevenire è sicuramente studiare il mercato per limitare al massimo le perdite.

Lo studio è una fase importantissima che non va mai sottovalutata, in quanto consente di capire come muoversi per ottenere profitti. Tantissimi investitori alle prime armi sottovalutano questa fase, che in realtà è una delle più importanti per riuscire a costruirsi un portafoglio finanziario profittevole nel tempo. Ovviamente per riuscire in questo è necessario sviluppare delle strategie consolidate intelligenti, che possono proteggerti in qualsiasi momento.

Dovresti infatti fare degli studi sul mercato, identificando le varie opportunità del momento e tutti quegli asset che potrebbero solo metterti in crisi. Questi dati però li puoi raccogliere solamente dopo aver fatto delle analisi che ti mostrano chiaramente le dinamiche dei vari asset su cui vuoi puntare. Quando parliamo di plusvalenza nel trading, considera anche che i guadagni che hai ottenuto dovrai dichiararli.

Nel momento in cui farai la dichiarazione dei redditi infatti dovrai presentare tutte le documentazioni inerenti i profitti che hai ottenuto sui vari broker finanziari. In alcuni casi puoi trovare delle piattaforme di scambio asset che faranno questa procedura al posto tuo, ma solo se è previsto. Se fosse così, la piattaforma si occuperà di scaricare il tuo documento e poi presentarlo durante la fase di dichiarazione dei redditi.

Tu dovrai soltanto scaricare il file, per poi tenerlo con te nel caso in cui ti dovesse servire in altri momenti. L’aspetto negativo delle plusvalenze, è che vanno dichiarate ogni anno a differenza delle minusvalenze che puoi gestirle in maniera più semplice. La minusvalenza, essendo l’esatto opposto della plusvalenza, si riferisce invece alle operazioni chiuse in perdita.

Il termine plusvalenza indica un aumento di valore, in un determinato arco di tempo, riferito a specifiche operazioni di mercato. Si tratta di una forma di arricchimento di cui è necessario calcolare una tassazione per essere in regola con lo stato italiano. Solitamente le plusvalenze vengono calcolate dopo che un investitore ha portato a termine degli investimenti finanziari ottenendo profitti.

Plusvalenza nel trading

Cos’è la plusvalenza nel trading?

Come abbiamo anticipato, quando si parla di plusvalenza nel trading ci stiamo riferendo a tutti i guadagni ottenuti da una determinata operazione. Naturalmente è possibile calcolare le plusvalenze su base annuale, mensile o addirittura trimestrale o semestrale. I calcoli vanno fatti in base alle proprie esigenze, e anche dal proprio livello come investitori finanziari.

Se sei un investitore professionista, probabilmente ti interesserà capire quanto riesci a guadagnare nell’arco di un solo mese. Nel caso in cui hai deciso di approcciarti al trading per generare un’entrata extra, a questo punto potresti anche fare dei calcoli su periodi più lunghi. Il termine plusvalenza indica un guadagno, ma soltanto dopo che un’operazione è stata chiusa in profitto.

Ovviamente ci si può riferire a qualsiasi tipo di investimento, anche a quelli immobiliari anche se questo mercato è un pochettino più complesso. Le plusvalenze però vanno anche dichiarate e sono soggette a una tassazione, che lo Stato prevede sulla base dei profitti ottenuti. In fase di dichiarazione dei redditi dovrai presentare tutti i guadagni che hai ottenuto dalle varie piattaforme di investimento che hai utilizzato.

Se usi dei broker con regime dichiarativo, in questo caso penseranno tutto loro e tu non dovrai occuparti di questo aspetto fiscale. Nel caso in cui fosse alle prime armi in questo modo, ti suggerisco di farti assistere da un esperto in materia fiscale per evitare di commettere errori gravi. Utilizzando una terminologia economica, la plusvalenza è definibile come un incremento di valore.

Nello specifico ci stiamo riferendo alla differenza positiva data tra i due valori, di uno stesso asset o investimento in generale. In questo caso però ci si riferisce a dei momenti diversi, che di solito vengono calcolati su base annuale. Questo aumento di valore, che risulta associato ad un titolo, di per sé non contribuisce a formare reddito anche se in realtà contribuisce a crearsi un’entrata.

Un aumento di valore, si specifica, ancora latente, che non fa reddito anche se per lo stato italiano va tassato. L’aumento di capitale nel caso degli investimenti finanziari si ha solo ad operazione conclusa e quindi, quando vengono venduti gli asset. Mentre l’operazione è ancora in corso, non è possibile determinare se si è registrata una plusvalenza o una minusvalenza.

Questo perché, come abbiamo detto prima, i guadagni e le perdite vengono calcolati soltanto a operazione conclusa. Per riuscire a capire quante plusvalenze e minusvalenza hai registrato dai tuoi investimenti finanziari, dovrai appunto aspettare di vendere i tuoi asset. Nel momento in cui avrai chiuso le operazioni, a questo punto potrai determinare quelli che sono stati effettivamente i tuoi risultati.

Quando si genera una plusvalenza?

Come abbiamo già spiegato prima, nel trading si registra una plusvalenza soltanto nel momento in cui un investitore chiude un’operazione in profitto. Naturalmente, per andare in guadagno è necessario acquistare un prezzo basso e poi rivendere in futuro un prezzo più alto. Questo risultato lo si può ottenere in svariati modi, a seconda delle strategie utilizzate in fase di investimento.

Alcuni investitori riescono ad andare in profitto anche adottando delle tecniche contenitive, che permettono di limitare al massimo le perdite. Ovviamente in questo caso occorre più tempo per registrare i profitti, visto che alcuni mercati vedono la propria valutazione salire abbastanza lentamente. In questo caso però dipende tutto dai tuoi obiettivi finanziari e da quanto te la senti di rischiare per riuscire ad ottenere ciò che vuoi.

Se hai poco capitale a disposizione, sicuramente ti conviene adottare una strategia che ti possa proteggere in qualsiasi caso per evitare di perdere molto denaro. Nel caso in cui tu voglia rischiare leggermente di più, allora potrai decidere di azzardare un pochino con strategie più rischiose. Se le cose stanno così, potresti anche pensare di attivare la leva finanziaria sui tuoi investimenti.

L’effetto moltiplicatore nel trading ti consente di amplificare i rendimenti delle tue operazioni, ma purtroppo anche in negativo. Prima di utilizzarlo dovresti Infatti considerare quali sono i tuoi obiettivi finanziari, per poi capire come dosarlo nel migliore dei modi. Questo strumento è veramente molto utile per riuscire ad ottenere profitti elevati, Ma se usato male può comportare perdite davvero significative.

Se hai poco capitale a disposizione, sicuramente non ti puoi permettere di correre rischi elevati, finendo anche per indebitarti con il broker.

Principali tipi di plusvalenze

Negli investimenti finanziari esistono più tipologie di plusvalenze che puoi registrare a seconda delle chiusure delle operazioni. Quelle più comuni sono senza alcun dubbio le plusvalenze ordinarie, che si riferiscono alle cessione di asset privi di utilità. Poi abbiamo le plusvalenze straordinarie, che come dice la parola stessa, dalla cessione di beni che non sono impiegati in modo diretto nelle attività che caratterizzano un’azienda o un professionista.

Ci sono dei casi ancora più rari di plusvalenze, come quella immobiliare che in questo caso derivano dalla cessione di immobili di qualsiasi tipo. Supponiamo che tu abbia comprato un immobile a un prezzo basso e l’abbia rivenduto ad un costo più superiore in questo caso registrerai una plusvalenza immobiliare. In questo caso però la tassazione anticipata e la dovrai sostenere entro un periodo che non supera i cinque anni.

Poi abbiamo anche le plusvalenze patrimoniali, che in questo caso ci si riferisce ai guadagni ottenuti dalla differenza positiva tra il corrispettivo di vendita e il costo non ammortizzato dei beni ceduti. Infine, chi ha un’impresa potrebbe anche registrare una plusvalenza d’azienda che si ottiene dalla differenza tra il prezzo stabilito di cessione dell’azienda e il valore contabile dei beni che risultano ceduti.

Plusvalenza trading cos'è

Come si tassano le plusvalenze?

Le plusvalenze purtroppo non vengono tassate tutte nella stessa maniera, visto che dipende dai guadagni che hai ottenuto. Esistono infatti diversi tipi di tassazione a seconda della plusvalenza che hai registrato nel corso dell’anno. In ambito immobiliare l’aumento di valore dovuto alla cessione di immobili è soggetto ad un’imposta sostitutiva del 26%.

In questo caso specifico dovrai rivolgerti all’Agenzia delle Entrate e versare l’importo dovuto tramite un F24. Se non sai come fare, ti suggerisco di rivolgerti ad un esperto per evitare di commettere errori che possono costarti cari. Anche le plusvalenze patrimoniali formano reddito e di conseguenza vanno dichiarate.

Se i beni risultano posseduti in un periodo inferiore ai 3 anni, in questo caso la tassazione viene eseguita tramite delle quote costanti. Per quanto riguarda gli investimenti finanziari e le plusvalenze ottenute tramite queste operazioni, la tassazione è del 12,50% sui guadagni. Questa cifra fortunatamente non è così alta e ti consente infatti di mettere da parte un po’ di soldi che in futuro potrai investire nuovamente.

Dove investire nel mercato finanziario?

Se ti interessa investire nei mercati finanziari, per farlo ti basterà iniziare ad usare qualsiasi broker dove è possibile negoziare sui vari mercati finanziari. Io ti suggerisco per gli investimenti in monete digitali di utilizzare Coinbase e Binance, due piattaforme dedicate agli investimenti in valute virtuali come Bitcoin o Ethereum. Prima di iniziare a usare gli strumenti che queste piattaforme mettono a disposizione però, dovrai iscriverti e verificare la tua identità, così che la piattaforma possa analizzare il tuo profilo.

Lo stesso discorso vale anche per la piattaforma di Directa, dove puoi investire anche su altri asset finanziari come le azioni, forex, etf o obbligazioni.

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Nicola Dente
Sono un appassionato di trading online e di criptovalute da molti anni. Ho ottenuto splendidi risultati dai miei investimenti, investo regolarmente su azioni e criptovalute. Mi occupo anche di copywriting e posso considerarmi anche Seo specialist dal 2015. Quest'anno data la mia pluriennale esperienza ho deciso di fondare il blog d'informazione Bitcoininvestimenti, per condividere le mie conoscenze coi lettori, realizzare guide, scrivere news sempre aggiornate principalmente sul tema delle criptovalute. Resta sempre esplicito che chi volesse tentare un investimento in questi settori lo fa a suo rischio e pericolo ed è sempre consigliato farsi seguire da un consulente di fiducia.